Intervista a Roberta, insegnante di Yoga (parte 1)

Intervista a Roberta, insegnante di Yoga (parte 1)

Di Babysits
8 minuti di lettura

Praticare yoga consente in generale di trovare un equilibrio tra corpo e mente. Perché allora non iniziarla sin da piccoli? Se hai un figlio ansioso o semplicemente hai bisogno di introdurre nella tua routine familiare un po' di pace, iniziare yoga può essere la scelta migliore della tua vita! Per convincerti ancora di più, abbiamo deciso di intervistare Roberta, mamma di Mia e insegnante di Yoga, la quale non poteva trovare parole migliori per raccontare la sua esperienza e spiegare l'importanza dello yoga per bambini.

Insegnare Yoga

1. Perché hai iniziato ad insegnare yoga?
Ho iniziato perché ho sentito fin da subito che questo era il modo giusto di canalizzare la mia energia. Praticare yoga per me stessa mi fa funzionare meglio come essere umano, mi fa sentire connessa e radicata con quello che ho davanti.

2. Insegnare rappresenta per me la condivisone del dono della presenza, la capacità di prendere consapevolezza del proprio corpo e dell'energia che siamo in grado di generare attraverso le asana (le posizioni dello yoga) quando siamo sul tappetino, ma anche quando ne siamo lontani.
In altre parole, ho avvertito che la mia pratica personale era un dono troppo grande per non poterlo condividere con chiunque avesse voglia di lasciare entrare lo yoga nella propria vita.

3. Com'è nata questa passione?
Penso sia nata quando ero ancora bambina e il mio papa', preparatore atletico, portava me e le mie sorelle a praticare atletica leggera, dedicando molto tempo allo stretching prima e dopo ogni allenamento. Quel momento di esercizio controllato dal respiro, mi ha sempre infuso una sensazione di profonda calma e padronanza del mio corpo.

Avendo stabilito una relazione intima con la respirazione fin da piccola, quando ho praticato yoga per la prima volta, nonostante fossi gia' grande, è stato amore "al primo respiro".

Ma del resto, si dice che lo yoga arriva nella tua vita quando sei pronto ad accoglierlo. Ed io avevo 30 anni, mi ero appena trasferita dall'altra parte del globo, l'Australia, e mi sentivo prontissima ad aprirmi a questo mondo tutto nuovo, eppure cosi familiare.

Ora lo yoga è l'essenza della mia vita, lo strato piu profondo di me che continuo a portare alla luce, il mio posto preferito dove continuo a tornare, una forma mentis da cui non posso prescindere.

4. Come sei diventata insegnante di yoga?
Lo sono diventata perchè l'ho voluto fortemente, mi viene spontaneo rispondere, e infatti non è stata una passeggiata. Il percorso di formazione per la certificazione da "yoga teacher" inizia con un minimo di 200 ore di "training" combinato, tra anatomia, filosofia e costruzione della sequenza. E poi c'e il modulo di "assisting", fondamentale per mettere il futuro insegnante nella condizione di offrire un intervento assistito, appunto, che utilizza le mani e il contatto fisico per guidare l'allievo verso il corretto allineamento di muscoli e ossa con lo scopo di aiutarlo ad andare in profondità nella posa.

Questo primo modulo formativo è particolarmente intenso, richiede molta dedizione e disciplina, a iniziare dall'alzarsi tutti i giorni prima dell'alba per essere puntuali alla meditazione di apertura, le ore di pratica ininterrotta e di studio, per finire con gli esami sia pratici che scritti.

Io ho iniziato i miei studi qui a Sydney, dove vivo ormai da quasi 7 anni, e ho concluso le 200 ore con un "retreat" a Bali: un'esperienza indimenticabile soprattutto dal punto di vista emozionale.

Ma la cosa che forse ti stupirà di più sapere è che il percorso formativo non si conclude mai. È un eterno "journey" che ti lascia sempre nella posizione di allieva e che si modella strada facendo in base a quello che il tuo cuore ti porta a voler approfondire. Io, per esempio, ho continuato a fare corsi formativi, appassionandomi allo YIN YOGA, uno stile relativamente giovane (nato negli anni '90) che concilia i principi delle arti marziali e della medicina cinese, andando ad agire sul tessuto connettivo e la mobilita' di giunture, tendini e legamenti.

Essendo recentemente diventata mamma, ho anche avuto modo di studiare più da vicino yoga pre natale, yoga post natale per neo mamme e neonati, e quello dedicato esclusivamente ai bambini che con lo yoga hanno una naturale affinità.

Essere mamma ed insegnante di Yoga

1. Hai praticato yoga in gravidanza? Se si, perché?
E come avrei potuto smettere di praticare dopo quello che ti ho raccontato! Ho continuato a praticare innanzitutto perchè ho avuto la fortuna di avere una gravidanza molto florida, senza nausee debilitanti o complicazioni, e muoversi è stata sempre un'esigenza. Ovviamente a un certo punto ho dovuto smettere di praticare vinyasa e gli stili di yoga piu' dinamici e ho iniziato lezioni specifiche di yoga prenatale che mi hanno insegnato ad adattare i movimenti al mio corpo che cambiava forma e dimensione. Ogni "accomodamento" mi serviva a prendere nuova consapevolezza delle trasformazioni del mio fisico e della vita che portavo con me.

Sembra strano, ma pur avendo fatto corsi di formazione ad hoc sullo yoga prenatale durante il mio percorso di studi, ho potuto capire solo in gravidanza quanto conforto c'è per il pancione nell'utilizzo del muro (molte posizioni vengono traslate sul muro) e di sostegni come i cuscini a rullo (in inglese chiamati "bolsters").

2. Quali sono i benefici dello yoga in gravidanza?
Uno per tutti l'auto rilassamento attraverso la respirazione, il principio su cui si basa qualsiasi stile di yoga, e che ci insegna a non irrigidire il corpo nei momenti di tensione, cosa che potrebbe rivelarsi fondamentale durante il parto. Vorrei precisare, tuttavia, che in gravidanza è SCONSIGLIATA la ritenzione del respiro e l' "ujjayi breath", una tecnica molto diffusa tra gli yogi che va a lavorare sulla restrizione della trachea.

A me ha aiutato moltissimo anche a mantenere una corretta postura man mano che il baricentro del mio corpo si spostava a causa dell'aumento del peso, a stimolare il sistema linfatico riducendo la sensazione di pesantezza, ma anche a mantenere una buona dose di forza e resistenza a livello di tutti i muscoli, inclusi quelli del pavimento pelvico. L'aspetto da tenere sempre presente per trarre il massimo beneficio dalla pratica è che deve essere l'asana ad adattarsi al tuo corpo, e non viceversa. Insomma, tutto deve essere riconducibile a soddisfare i desideri del tuo pancione.

Io ho voluto fortemente un parto naturale, e se sono riuscita a rendere il travaglio un’esperienza consapevole, sono certa sia stato anche grazie alla pratica dello yoga che mi ha accompagnato fino all'ultimissimo giorno.

3. Pratichi yoga insieme alla tua bambina?
Si. In realtà lo pratico ogni volta in cui la stringo al petto e sincronizzo il mio respiro col suo. Lei mi ascolta, si calma, e in quel momento stabiliamo un canale preferenziale di comunicazione nell'intimita dei nostri respiri. È anche questo un modo di praticare yoga, attraverso la presenza, ed è una delle sensazioni più appaganti al mondo per un genitore.

Ma facciamo anche delle vere e proprie asana insieme!

I primi mesi post partum, ho organizzato delle lezioni al parco con altre mamme e rispettivi neonati. È stato bellissimo, stendevamo i tappetini sull'erba e i bambini sul tappetino. Una pratica molto gentile, dove guidavo le mamme a sincronizzare le asana con canzoncine, sorrisoni e baci sotto il collo in un'interazione di movimenti con il proprio bambino che, quando non si rivelava soporifera, li rendeva vigili e felici.

Ora che la mia bambina ha 8 mesi, non riesco piu a fare quel tipo di pratica perché lei è un vulcano e non rimane distesa sul tappetino per oltre due minuti.

Però quando io mi dedico alla mia pratica, lei viene sempre a curiosare, a volte prova a salirmi sulle spalle, sulla schiena o mi si aggrappa a uno stinco. Io ci provo a far finta di niente , ma poi mi interrompo e la riempio di baci. A volte, la sorprendo perfino a imitarmi in alcune pose, ma ad oggi il suo scopo principale rimane quello di scalarmi come una montagna e salirmi sulla schiena!

4. Quale consiglio ti senti di dare alle mamme (in gravidanza e non)?
Il mio consiglio spassionato e di coltivare tutto ciò che vi fa sentire bene. Per quanto difficile possa essere, sforzatevi di avere un'alimentazione corretta e di prendervi cura del vostro fisico e della vostra mente. Lo yoga e la meditazione sono gli strumenti più efficaci che io conosca in questo senso.

E poi uscite all'aria aperta non appena potete, e se non potete (come in questo momento purtroppo) circondatevi di fiori, di piante aromatiche, di piante da appartamento se siete al chiuso e di arbusti se avete un giardino. Scegliete di circondarvi delle piante che più vi possono aiutare a farvi sentire come se foste fuori all'aria aperta, a contatto con la Natura.

Cercate nel cielo il sole del mattino quando aprite le finestre, e la luna e le stelle nel firmamento della notte quando le chiudete prima di andare a dormire.

Tutto questo vi aiutera' ad essere una mamma presente, che è in assoluto il dono più grande che possiamo fare ai nostri figli.


Per la seconda parte dell'intervista continua qui.

Namastè

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